Sinisa Mihajlovic, tecnico del Bologna, ha parlato nel corso di un’intervista concessa al TG1.
“Se quel giorno – il 25 agosto 2019, per la partita contro l’Hellas Verona – non fossi andato alla partita ora probabilmente non sarei qui, sarei morto. Anche se ero debole in tutto e per tutto, da quelle immagini ho tratto forza perchè è stato l’esempio della forza e della volontà di una persona che combatte. Ringrazierò sempre il donatore di midollo anche se non so chi sia, ma mi ha salvato la vita”.

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Mihajlovic sulla leucemia Covid-19
Mihajlovic
ha dovuto anche affrontare anche il coronavirus che per fortuna ha superato nell’ultimo mese. Sinisa Mihajlovic, era tornato a fine agosto in Emilia, è stato sottoposto al tampone di controllo per il Covid-19 ed è risultato positivo. A comunicarlo era stato lo stresso club felsineo, specificando anche quale sarà l’iter procedurale nei confronti del tecnico che è rimasto
per 2 settimane in isolamento. Per fortuna il tecnico è sempre stato asintomatico e non ha avuto grossi problemi:
“Quando passi la leucemia è difficile aver paura: come quando passi una guerra, cosa vuoi temere di più dopo? Sono stato sempre sereno. Se lo avessi preso a febbraio-marzo quando ero immunodepresso allora in quel caso ci sarebbero stati tanti problemi. Dopo la lotta alla leucemia, il Covid è stato come bere un bicchiere di acqua. Non ho preso precauzioni in Sardegna? Tutte cazzate, sono cose che hanno ferito molto la mia famiglia”.