Napoli, Verdi ad un passo. E a Bologna scoppia un battibecco (Video)
Napoli, Verdi verso la firma del contratto
Napoli, Verdi è davvero vicinissimo a vestire la maglia azzurra. L’esterno ormai ex Bologna firmerà un contratto fino al 2022 con il club di De Laurentiis. Firma che dovrebbe arrivare nelle prossime ore a Roma. I partenopei lavorano anche alla trattativa per Gerard Deulofeu ma Verdi resta la priorità al momento. Sarà un colpo importante per il Napoli che si assicura un valido esterno d’attacco che Maurizio Sarri potrebbe impiegare anche al centro dell’attacco al posto del belga Dries Mertens.
Napoli, Verdi e il battibecco a Bologna
Intanto ieri a Bologna l’esterno ha sostenuto quello che potrebbe essere il suo ultimo allenamento in rossoblu. Lo hanno bloccato all’uscita, lui ha tirato giù il finestrino e messo su il sorriso migliore. «Ciao, ciao a tutti». Cartoline da Casteldebole. Probabilmente l’ultima
che Simone Verdi ha spedito ai suoi tifosi rossoblù. Visto che oggi, ribaltone a parte, dovrebbe essere il giorno del suo passaggio al Napoli. Sulla collinetta che dà sul campo di allenamento si sono radunati duecento tifosi. Sono le 15. Ci sono i soliti pensionati, gli habitué dell’allenamento a porte aperte. Ma siccome è domenica qualche famiglia
ha portato i bambini a vedere i campioni del cuore. Ce n’è uno non più alto di così con addosso la mini-maglia di Verdi. E c’è anche qualcuno che bisbiglia a voce alta il proprio
dissenso contro l’allenatore.
Il tono è perfetto perché Donadoni ascolti. E’ a quel punto che Donadoni si avvicina alla rete e risponde: «Oggi che ho un giocatore che è il più forte di tutti io cosa faccio, gli dico vai via, tanto sei il più forte, il più bravo, faccio a meno di te, tanto io sono bravo, no?». É l’incipit di un battibecco (dai toni pacati, per carità) che va avanti due, tre minuti. Il tifoso incalza: «Ma te hai dichiarato che al posto di Simone andresti via». E Donadoni: «Ascolta qual è il problema. Tutti, quando si tratta di parlare di altri, hanno la verità in tasca. Bisogna invece avere la coscienza e l’umiltà di capire come si dicono le cose. Altrimenti le cose scontate siamo capaci di dirle tutti. Mi fanno una domanda. Com’è successo a te quando giocavi all’Atalanta? Io ho risposto. Di fronte alla possibilità di andare in una grande squadra,
una grande squadra, che era la Juve o il Milan, mi sono detto: cosa faccio? Cavolo, cosa faccio? Era la possibilità della vita. E’ lecito farsi una domande del genere o no?».
Fonte: Corriere dello Sport
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